Buongiorno Lidia e grazie del tuo tempo. La tua famiglia, da quasi 60 anni, si occupa di strumenti musicali a Cagliari, ovvero siete nati in un momento in cui internet era noto solo agli specialisti del Pentagono e a qualche dipartimento di ricerca americano. Oggi le cose sono un po’ cambiate: secondo le ultime stime, oltre 3 miliardi di persone sono quotidianamente connesse e molto del commercio si sta spostando online. Allora viene subito da chiederti, in tempi in cui su Amazon e simili trovi offerte di ogni genere e prodotto, come si è trasformato il vostro lavoro e cosa significa per te svolgere questo mestiere?
Buongiorno a te e a tutti i lettori di Tribal Networking. Bella domanda! Partiamo da Amazon che, sicuramente, rappresenta oggi un’opportunità in più per allargare il campo delle nostre conoscenze, per andare anche oltre Cagliari e la Sardegna, per promuovere oltre gli orizzonti naturali i nostri prodotti e la serietà del nostro lavoro. Noi abbiamo avuto sin da subito l’intuizione di tuffarci a capofitto anche nell’e-commerce quando ancora stava nascendo per poter dialogare con i più avvezzi alla rete, come i giovani. Abbiamo dovuto rivoluzionare il modo di lavorare imparando un nuovo mestiere che affianca il nostro e che inevitabilmente continuerà a crescere. Abbiamo capito fin da subito che era necessario cavalcare l’onda del progresso per non essere tagliati fuori dalla tecnologia che oggi è presente in modo massiccio in sempre più case. E’ vero che internet annulla il rapporto umano e privilegia la comodità e la ricerca forsennata del risparmio. E’ un acquisto veloce e senz’anima che poco si addice al nostro settore. Infatti, credo che nel mio campo se non esistessero ancora i negozi non sopravviverebbero neanche gli “Amazon”, poiché il confronto con il professionista in negozio rimane fondamentale. I punti di forza rispetto all’e-commerce restano l’esperienza, la tradizione, il rapporto coi clienti, le garanzie che un’azienda storica può offrire a chiunque, professionista o semplice appassionato, si avvicini al mondo della musica.
Dal Maso ha aperto a Cagliari nel 1960, all’inizio del boom economico, in un’epoca di entusiasmo e speranze. Son passate tre generazioni da allora. Come è cambiato il panorama nel vostro settore?
I musicisti non sono cambiati, cercano sempre la qualità. Abbiamo il privilegio di vivere in un paese dove l’arte musicale conserva una posizione centrale nell’immaginario della gente, negli anni si è affermata l’elettronica, la fattura degli strumenti si è in parte modificata. Ma se un pianoforte di un secolo fa può suonare ancora alla perfezione la sua melodia, noi siamo come quel pianoforte: ci sentiamo giovani, efficienti e propositivi com’era nostro padre nel 1960.
Vendere strumenti musicali significa interagire con un variegato e composito pubblico, da chi acquista per la prima volta fino ad affermati ed esigenti professionisti. È possibile tracciare un quadro dei neofiti attuali?
I neofiti attuali sono gli stessi di quando mio padre ha iniziato: persone che si avvicinano alla musica con entusiasmo, passione e curiosità. Sicuramente i giovani sono molto più informati grazie alla rete, hanno nuove idee e gusti ed è molto stimolante crescere insieme a loro, molti sono gli aspiranti dj e appassionati di musica elettronica sempre più sofisticata. Le ragazze che formano gruppi rock o pop sono sempre più numerose rispetto al passato, quando si studiava principalmente strumenti classici. Oggi i dj e la musica elettronica ricoprono un ruolo centrale insieme agli strumenti più classici. In più ho notato che, in un clima di crisi economica e di valori, la musica acquisisce un ruolo sempre più incisivo nella vita delle persone e dei giovani in particolare.
Qual è la fascia di età più importante nella vostra clientela?
Uno dei più grandi pregi della musica è che non preclude a nessuno la possibilità di iniziare a suonare uno strumento musicale a qualsiasi età. Ci si avvicina alla musica da bambini, stimolati dalla famiglia, e in molti altri casi da adulti o anziani quando si può finalmente coronare un sogno tenuto nel cassetto per molto tempo. Detto questo i giovanissimi appassionati sono molto stimolanti, sia come clienti che come fonte di ispirazione nel nostro settore. I giovanissimi sono sempre entusiasti, pieni di gioia e di creatività. Mi emoziona quando vedo che non sono minimamente interessati alla moda, al telefono di ultima generazione, alla macchina, ma fanno sacrifici per stringere in mano uno strumento musicale.
Dal vostro privilegiato punto di osservazione, qual è il rapporto fra Cagliari e la musica?
Cagliari è da sempre al centro del panorama musicale italiano e internazionale, lo dice la storia del melodramma e lo dimostra la sequenza ininterrotta di festival e di concerti che nel corso degli anni hanno portato in Sardegna i grandi artisti della lirica, del jazz, del blues, del rock e della musica leggera. Oggi la crisi economica ha costretto gli organizzatori a rallentare l’attività, ma la passione è quella di sempre. Basta vedere quante giovani formazioni si affacciano sulla scena e quanti ragazzi frequentano scuole e corsi per imparare a suonare. Da qualche anno ospitiamo ogni settimana nel nostro negozio gruppi emergenti di musicisti, che poi offrono le loro performance sul nostro sito e su youtube. È la conferma di un rapporto sempre stretto e fruttuoso tra i cagliaritani e la musica, cui noi siamo orgogliosi di poter dare un contributo concreto e professionale.
Ho notato che molti dei vostri clienti sviluppano con voi un rapporto di amicizia. Questo implica la costruzione di una relazione che trascende la mera interazione professionale. Oggi, infatti, siete quattro fratelli ad aver preso le redini da vostro padre. Cosa vi ha insegnato di questo lavoro?
Ci ha insegnato i principi di professionalità, passione e impegno. Lui ha dato anima e corpo in questo lavoro perché ci ha creduto ogni giorno, è una persona con grandi ambizioni, appassionato di musica e molto sensibile all’educazione musicale sin da bambini. Tutti noi abbiamo studiato uno strumento musicale e oggi amiamo ancora moltissimo il nostro lavoro anche grazie al sentimento che lui ci ha trasmesso. Io per esempio ho studiato lingue, ma alla fine questo lavoro mi ha conquistato e lo faccio con gioia. Il rapporto umano e di fiducia con i nostri clienti è il fondamento dell’insegnamento che lui ci ha impresso ma che, devo dire, si crea molto facilmente grazie alla passione per la musica che ci lega.
Pare che, ogni anno, in Cina si diplomino in pianoforte svariati milioni di studenti, mentre l’Italia diventa un Paese sempre più vecchio e pessimista. Quali progetti avete per affrontare i cambiamenti del prossimo cruciale decennio?
E’ bello sapere che la Cina lavori per diventare un paese all’avanguardia nel campo musicale ed è importante che accada anche per le prospettive commerciali che questa crescita implica. Sì, forse è vero che l’Italia invecchia. Ma resta il paese che ha generato i più grandi musicisti della storia e tanta musica immortale, che anche gli amici cinesi studiano con passione. Il nostro progetto è essere attivi nell’affiancare chi si occupa di educazione musicale, mettendo a disposizione la nostra esperienza, sia nelle realtà private che nella scuola pubblica, dove la consapevolezza del valore di fare musica è sempre più radicata. Imparare il linguaggio della musica sin dall’infanzia è un mezzo potentissimo per sviluppare al meglio l’intelligenza emotiva di ogni individuo. Il progetto è quindi di continuare a seguire le tracce di un lavoro meraviglioso che coinvolge da quasi sessant’anni un’intera famiglia. La sfida resta esserci, senza tuttavia rinunciare alla differenza che ci sentiamo ancora di poter offrire.
Cosa pensi di Tribal Networking?
Il progetto di Tribalnetworking ha tutta la mia stima, sia per gli intenti che per la professionalità nella realizzazione e svolgimento. Il vostro è un progetto ambizioso, ben strutturato, portato avanti con entusiasmo, consapevolezza degli aspetti da enfatizzare e delle criticità da affrontare. Mi piace specialmente l’alta qualità di contenuti: poche cose, ma buone si sarebbe detto un tempo. Gli utenti a cui vi rivolgete siamo in primo luogo noi sardi e chiunque sia interessato alla nostra isola nella suo complesso e nella sua complessità. Un grande plauso per questo lavoro prestigioso che auspico possa crescere e affermarsi nell’interesse della cultura della nostra terra e del bene comune.
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