All’inizio furono guerrieri e navigatori. Selezionarono vitigni, costruirono migliaia di castelli nuragici, scavarono villaggi nella roccia, tombe dei giganti, case delle streghe, templi sacri, pozzi lunari. Il loro sapere si tramandava oralmente. Il bronzo era la loro arte, la pietra la loro storia.

Poi divennero coltivatori e pastori e diedero le spalle al mare. Ballavano in tondo, camminavano leggeri, in equilibrio col sole e la luna, rispettando la natura e le stagioni.

Quel che sappiamo di loro è quel che rimane nei racconti di fenici, cartaginesi, romani, vandali, pisani, genovesi, aragonesi, inglesi e piemontesi che, colonizzando l’isola, spinsero i suoi abitanti verso l’interno.

Oggi spetta a noi risalire il tempo per far riemergere quella cultura, la sua bellezza e i suoi valori.

La Sardegna è molto più del mare.