About me

Giancarlo Tocco (Serramanna/1956-) fonda le Orerie Artigiane nel 1984. Nel 1992, si trasferisce per qualche tempo in Pennsylvania, e i suoi gioielli vengono apprezzati anche sulla 5th avenue di New York. Tuttavia, il richiamo della Sardegna e delle sue radici è forte, per questo decide di tornare definitivamente a casa, dove continua a mettere la sua raffinata arte a disposizione di coloro che entrano nel suo atelier.

Target

Dal 1984, nell’antico quartiere di Castello, Giancarlo Tocco si ispira alle tradizioni catalana, bizantina, pisana e nuragica per creare la sua arte. Grazie all’antica tecnica fenicia di ridurre i metalli in fili e grani, i suoi gioielli sono preziosi manufatti che non si limitano a riprodurre stili e forme. La conoscenza del passato è infatti il punto di partenza per elaborare qualcosa di nuovo che dia sostanza alle passioni dei suoi clienti.

Intervista con Giancarlo Tocco – Orerie Artigiane

 intervista

Buongiorno Giancarlo. Come sei diventato orafo e cosa significa per te svolgere questo mestiere?

Sono diventato orafo per caso. Non ho frequentato la bottega di un maestro, fin da ragazzino, come comunemente avveniva. Erano altri tempi, quando alla scuola i genitori preferivano che i figli imparassero una professione. Ma non è il mio caso, quando ricevetti la proposta, già lavoravo. Con varie esperienze e in luoghi diversi andavo formandomi come cuoco. Alla domanda: vorresti imparare a fare l’orafo? Non ho impiegato tanto tempo per dare la risposta: “certo!” dissi. Sapevo avrei dovuto iniziare da zero, ma ero disposto a farlo perché realizzavo il desiderio di poter fare un lavoro interamente manuale, creativo, prezioso per la mia libertà.

Cosa vuol dire fare l’artigiano oggi?

È quasi accettare una sfida col tempo che viviamo, fatto di “tutto e subito” fondato sulla rapidità e volto alla velocizzazione di tutto, anche dei rapporti umani. Allora, in un simile mondo, credo che fare l’artigiano sia sentirsi ancora essere umano, un anello di congiunzione con gli altri.

intervista2

Che rapporto hai con i tuoi clienti? E soprattutto chi sono oggi i clienti di un orafo di Cagliari? La gente riesce ancora ad apprezzare la lentezza e l’imperfezione del fatto a mano?

Le persone che varcano la mia soglia, spesso hanno il timore di disturbare, farmi perdere tempo con le loro domande, le curiosità nello scoprire l’affascinante mestiere che ho la fortuna di vivere. La mia risposta è sempre la stessa: parlare con gli altri non è mai tempo perso. Nel dialogo, infatti, riesco a trasmettere la consapevolezza di come realizzo i miei lavori, di quali siano gli strumenti che utilizzo. Solo così quelle che, ad una prima impressione, sembrano imperfezioni scompaiono. Ed è nell’ascolto degli altri che scopro il valore aggiunto che ancora si cerca. A volte, non sempre, ho la sensazione che, nel dialogo che serve per far nascere un gioiello, le anime si sfiorino: la mia e quella del mio interlocutore.

Cosa rappresentano per te le Orerie Artigiane?

È una finestra e porta aperta sul mondo. È un luogo ove come per le fusioni dei metalli, assisto a momenti quasi magici tra la persona e il gioiello scelto, diventare un tutt’uno, non distinguendo loro stessi chi ha veramente subito il magnetismo…

intervista4

In tempo di velocità, tablet, smartphone e social internet qual è il tuo rapporto con la rete? Quanto ritieni che essa sia utile per farsi conoscere e per vendere? Soprattutto, come ritieni che, attraverso essa ed i suoi strumenti, sia possibile far comprendere la differenza fra un prodotto genuino e fatto ad arte ed uno che non lo è?

Da orafo di quartiere ho scelto di mostrare il mio lavoro al mondo, da quando il dott. Marcello Carlotti mi parlò di una sua idea: Inveritas Project. Decisi subito di farne parte diventando il primo inveritas champion. Credo, infatti, che lavorare con vecchie e antiche tecniche, non voglia dire necessariamente non saper vivere il presente. La genuinità è facilmente apprezzabile, oltre le immagini dei miei gioielli finiti, nel documentario che realizzammo scegliemmo di mostrare, attraverso un timelapse, una reale giornata di lavoro che iniziava con il tavolo di lavoro vuoto e terminava, 13 ore dopo, col gioiello finito.

toccointervistanuovo

Qual è il tuo rapporto con gli stranieri ed i turisti? C’è un Paese straniero predominante fra i tuoi clienti non locali?

Molto spesso gli stranieri si sentono ben accolti perché parlo un po’ di lingue, maggiormente l’inglese. Mi viene difficile riconoscere continenti o Paesi che in prevalenza diventano clienti. Entrano turisti e stranieri d’ogni area, forse per quel che riguarda l’Europa sono ancora i tedeschi a visitare la nostra terra,e così anche la mia bottega-officina.

intervista7

Quale immagini possa essere, domani, il futuro dell’artigianato in Sardegna?

Ancora oggi dopo tanto tempo, sono convinto che la collaborazione e l’unione delle capacità sia una soluzione possibile all’isolamento imposto dalla condizione geografica. 22 anni fa andai, con la mia valigia, negli Stati Uniti per vendere i miei gioielli. Oggi, diversamente da allora, è possibile rimanere nelle nostre botteghe senza che questo significhi isolamento. Le distanze si sono accorciate e il mondo sembra essere diventato più piccolo. Vedo, allora, un gioco di equilibri dinamici e solo riuscendo a mantenere il passato in equilibrio col presente, il futuro conserverà quel fascino che sa di umano e ha sapore di verità.

about-me-1

Contatti

Orerie Artigiane di Giancarlo Tocco
Via Università 7, Cagliari (CA)

Tel. +39 070 66 94 69
Link Facebook: Orerie Artigiane Cagliari

Visita la pagina Facebook